Gli scrittoi antichi rappresentano un pregiato oggetto di antiquariato capace di creare soluzioni di grande impatto nell’arredamento della casa. Si prestano a molteplici spazi, come il salotto, lo studio o persino i corridoi, e possono essere adibiti a scrivania o servire da semplice abbellimento, magari come piano d’appoggio per vasi o personal computer. Come per ogni altro mobilio antico, uno scrittoio non vale l’altro: a seconda del periodo di appartenenza, l’occhio esperto o appassionato d’arte coglie le caratteristiche distintive dei vari stili che si sono succeduti con il passare del tempo. Vediamo, dunque, come è nato lo scrittoio e como si è evoluto nel corso dei secoli fino alle forme più moderne.
Come nascono gli scrittoi
L’invenzione della scrittura risale a migliaia di anni fa, ma se è vero che gli antichi Egizi si servivano già di piani di supporto per preparare i loro papiri, l’antenato della scrivania, l’antico scrittoio, nasce soltanto in epoca medievale. Nel quindicesimo secolo, in pieno Rinascimento, con la cultura dell’Umanesimo che dà il via a un profondo sviluppo dell’arte e delle lettere, prende forma l’idea di un vero e proprio mobile da lettura e scrittura che coniugava funzionalità ed estetica. Nel periodo rinascimentale, infatti, si era diffuso per la prima volta il gusto di arredare la propria casa.
I primi scrittoi erano simili ad armadi, provvisti com’erano di ante con cassetti e un piano ribaltabile che, girando su dei perni, poteva essere abbassato o sollevato a seconda delle necessità. La cosiddetta ribalta, una volta abbassata, fungeva come piano d’appoggio per scrivere e rivelava una serie di cassetti e scomparti; quando richiusa, invece, nascondeva il contenuto della scrivania. Nei vani di cui disponeva lo scrittoio si potevano riporre calamo, carta assorbente e vasetto d’inchiostro. La struttura, in legno di noce o mogano, era massiccia per potere sostenere i manoscritti dell’epoca, generalmente pesanti e voluminosi.
A partire dal 1600, l’usanza aristocratica del Grand Tour, il viaggio formativo per l’Europa che si concedevano i giovani di buona famiglia, porta all’invenzione dello scrittoio da viaggio, che era come una grande scatola con piano ribaltabile. Per quanto riguarda gli scrittoi da stanza, nel diciassettesimo secolo Barocco i mobili si caratterizzano per la peculiare attenzione riposta negli elementi decorativi.
Con il diciottesimo secolo gli scrittoi conoscono un’ampia diffusione, a partire specialmente dalla Francia. Lo Stile Reggenza, diffusosi durante il regno del Duca Filippo d’Orlèans dal 1715 al 1723, segna un periodo di transizione tra il Barocco e il Rococò, con l’abbandono dei tratti severi dello stile di Luigi XIV a favore di quelli più fantasiosi di Luigi XV. Viene quindi meno la grandiosità e il gusto per l’eccesso tipicamente barocchi per prediligere linee più armoniose e leggiadre.
Con Luigi XV prendono piede diversi tipi di scrittoi, ovvero il sécretaire a ribaltina, lo scrittoio a cilindro, il bureau-plat, un tavolo scrivania con vani segreti e tre cassetti nella fascia, e il bonheur du jour, un mobile per le donne usato sia per scrivere che per la toeletta. In particolare lo scrittoio a cilindro riscuote un enorme successo e diventa fonte di ispirazione per molti mobili, costruiti secondo il suo stile.
Il bureau-plat, chiamato anche scrivania a vista, rimane una costante anche del successivo Stile Neoclassico, che si estese dal 1755 al 1795 circa e fu caratterizzato dal recupero delle linee classiche di ispirazione greco-romana.
Nell’Ottocento gli scrittoi ebbero una notevole diffusione. Con lo Stile Impero, nato in Francia dal 1804 al 1815 circa all’epoca di Napoleone Bonaparte, si afferma un nuovo tipo di scrittoio, il bureau mécanique, dotato di un ampio ripiano con apertura a scatto, sostenuto da due corpi laterali di cassetti. Nasce in questo secolo anche il pedestal desk, parente prossimo delle scrivania d’oggigiorno. Si tratta di uno scrittoio semplice e lineare, con un vano centrale per le gambe e due file laterali di cassetti. Spesso è provvisto anche di un grande cassetto centrale sotto al piano da lavoro.
Nel ventesimo secolo l’Art Déco, improntata alla razionalizzazione delle forme, continua sulla linea del pedestal desk e avvicina ancor di più gli scrittoi alle scrivanie attuali.
Come riconoscere gli scrittoi autentici
Nel momento di valutare un pezzo d’antiquariato, la regola basilare è riuscire a distinguere fra un mobile autentico e uno in stile. Uno scrittoio, come abbiamo visto, viene definito dallo stile con cui è stato realizzato, tipico del periodo storico di appartenenza, ma può essere anche riprodotto da una buona imitazione. Il segreto, oltre a un’ottima preparazione sugli stili e le tecniche di fabbricazione delle varie epoche, è di prestare molta attenzione ai particolari. Ad esempio, chiodi e viti presenteranno segni di ossidazione e inoltre saranno perfetti, dal momento che venivano fabbricati a mano. Un mobile antico sarà inoltre soggetto a usura, la patina sarà liscia e dai colori tenui per effetto del tempo e saranno probabilmente presenti dei buchi dei tarli.
E voi, siete dei buoni osservatori?