Sviluppatosi a Parigi intorno al 1907, il Cubismo è un movimento pittorico nato in modo del tutto occasionale.
Nel 1908, infatti, Matisse aveva negativamente definito composte da “piccoli cubi” alcune opere di Braque (artista di cui parleremo in seguito), e l’anno dopo il critico Louis Vauxcelles giudicò le stesse “bizzarie cubiste”.
Il punto da cui parte il Cubismo è l’opposizione alla meccanica riproduzione della realtà ed alla presunta superficialità di osservazione, tipica dell’Impressionismo.
Non è utile riprodurre la realtà così come la vediamo, perché non è in quella forma che ne veniamo a conoscenza. La sua essenza ci potrà essere “resa” solo scomponendola in innumerevoli facce e ricomponendola accostando l’una faccia all’altra sulla superficie della tela.
Ed è a questo punto che alle usuali tre dimensioni, se ne aggiunge una quarta, intesa in un’accezione non solo spaziale ma anche temporale: un quadro cubista non può essere compreso e “interiorizzato” con uno sguardo istantaneo, ma deve essere analizzato nelle sue singole parti e ricostruito mentalmente, attraverso un “tempo di lettura”.
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Le origini e lo sviluppo del Cubismo: il Cubismo analitico e quello sintetico
Prima di trattare dei principali esponenti del Cubismo, ossia Picasso e Braque, è d’obbligo una sintesi delle due fasi del movimento pittorico in oggetto: il Cubismo analitico e quello sintetico.
Il primo, come affrontato nel paragrafo precedente, è caratterizzato dalla frammentazione di piani e forme geometriche, e dall’uso di colori spenti e di composizioni monocrome (per lo più tonalità terra-ocra).
Il secondo, invece, che si sviluppa a partire dal 1912, rappresenta un evoluzione del Cubismo analitico: si annulla del tutto il rapporto tra figurazione e spazio, e per evitare che i quadri sconfinino nell’astrazione, si introducono negli stessi caratteri, scritte e numeri. Compaiono anche i “papier collès”, cioè frammenti di giornali, stoffa, carta da parati, che sono incollati sulla tela.
Pablo Picasso
Pablo Picasso (1881-1973), nasce a Malaga, in Spagna, ma riceve la sua formazione artistica a Barcellona.
Il suo stile “si inserisce” in due differenti periodi: il “periodo blu” (1901-1904), ed il “periodo rosa” (1905-1906).
Il “periodo blu” vede l’artista realizzare quadri caratterizzati da un profondo pessimismo e da toni freddi, come il blu appunto, ed il grigio. I soggetti ritratti sono soprattutto poveri ed emarginati, dall’aria mesta. Un’esempio è dato da Poveri in riva al mare (1903, olio su tela), che vediamo qui di seguito:
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Il “periodo rosa” segna non solo una svolta nei colori adoperati, ma anche nei soggetti raffigurati: prevalgono le gradazioni del rosa, più calde rispetto al blu, ed i protagonisti sono personaggi presi dal circo, saltimbanchi e maschere della commedia dell’arte, come Arlecchino. Ecco I giocolieri (1905, olio su tela):
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La svolta cubista in Picasso avviene tra il 1906 ed il 1907: il pittore viene influenzato dalla retrospettiva sulla pittura di Cézanne, da poco scomparso, e scopre la scultura africana. L’opera emblematica di questo momento è rappresentata da Les demoiselles d’Avignon (1907, olio su tela), una delle più rivoluzionarie del Novecento.
Concentratosi esclusivamente sullo studio dello spazio e dei volumi, Picasso elimina qualunque elemento descrittivo e pittoresco. I nudi femminili, ritratti simultaneamente da più punti di vista, si presentano più moderni, “rifuggendo” dalla bellezza classica.
Georges Braque
Georges Braque (1882-1963), nasce ad Argenteuil, Francia, in una famiglia di artisti. Insieme a Picasso è l’iniziatore del movimento cubista, e come lui, passa dal “Cubismo analitico” a quello “sintetico”. In questa seconda fase Braque sperimenta la tecnica del collage, mediante la quale coniuga differenti elementi dando vita ad un oggetto dissociando forme e colori. Celebre, da questo punto di vista, è l’opera Le Quotidien, violino e pipa (1912, papier collès e olio su tela).
Gli ultimi anni della sua carriera artistica vedono il pittore recuperare l’oggetto reale o il suo frammento, come libera ricreazione di esso, attraverso l’uso della fantasia.