Determinare il prezzo di un mobile antico non è un’operazione semplice. Se i prodotti industriali, che escono perfettamente uguali dalla macchina di montaggio, non destano problemi al momento di stabilirne il costo di mercato, nel mondo dell’antiquariato ogni oggetto è una storia a sé e ha un valore unico e peculiare da valutare con cura. In che modo? Prestando attenzione a una serie di parametri. Scopriamoli uno ad uno prima di farci un’idea della fascia di prezzi di questi pregiati esemplari.
I criteri determinanti per il prezzo dei mobili antichi
- Epoca e stile: l’interesse che una certa tipologia di mobile ha in un certo momento nel mercato ne determina il valore commerciale. Ad esempio, tra i mobili di provenienza francese, quelli di più alto valore risalgono agli stili Luigi XIV, Luigi XV e Luigi XVI, mentre gli esemplari datati successivamente alla Rivoluzione del 1789 hanno in genere prezzi più contenuti.
- Grado di originalità: il mobile è pervenuto nelle sue fattezze originarie o è stato integrato in qualche sua parte? Se sì, in che percentuale? Sono stati sostituiti elementi fondamentali quali ante e piani? Oppure soltanto i piedi o le guide? Necessario, pertanto, essere a conoscenza delle modifiche apportate e del tipo di restauro che il mobile ha subito, se di tipo conservativo o integrativo (per maggiori spiegazioni rimandiamo al nostro articolo “Restaurare mobili antichi: tecniche e curiosità della professione“).
- Stato di conservazione: direttamente correlato al punto precedente, è un criterio affatto trascurabile. Si tratta di valutare se il restauro è riuscito a salvaguardare il mobile in buone condizioni.
- Materiali e caratteristiche: qual è l’essenza del legno? Quale lo spessore?
- Dimensioni e proporzioni.
- Funzionalità: come scorrono i cassetti? Come si chiudono le ante?
- Grado di decorazioni: la presenza di intagli e intarsi, che implicano una maggiore lavorazione del mobile, tende ad alzarne il prezzo.
- Conservazione della patina: il colore che il legno assume con il passare del tempo e l’usura contribuiscono a esaltare l’aspetto antico del mobile e a attenuarne le imperfezioni. Una patina non intatta, magari eccessivamente trattata e danneggiata in fase di restauro, andrà a scapito del valore del pezzo.
Tenendo conto di questi parametri di valutazione, vediamo quali potrebbero essere delle possibili stime di mobili antichi in vendita.
Farsi un’idea dei prezzi
Innanzitutto, occorre sottolinearlo, l’antiquariato è una passione e come tale richiede parecchi sacrifici, non solo di tempo ma anche di portafoglio. Ciò che è bello ha un prezzo, soprattutto quando si ha a che fare con cimeli di epoche passate che racchiudono dentro di sé secoli di storia. Il collezionista incallito saprà bene che, anche per i mobili di più piccole dimensioni, bisogna mettere in preventivo almeno qualche centinaia di euro.
Iniziamo proprio con qualcosa di semplice: i portavaso. Si parte da un minimo di 300/400 euro per i modelli meno elaborati, fino ai 1000 e rotti euro degli esemplari più complessi, come le alzate a più piani con montanti scolpiti.
Stesso discorso per le sedie, con prezzi minimi di 150/200 euro fino a punte di oltre 2000 euro. Di mogano, noce, faggio, pioppo, intagliate, filettate, in stile regency, vittoriano, liberty, déco. Le varianti sono molte e con esse le fasce di prezzo.
Non meno di 1000 euro per armadi e librerie, con picchi oltre i 7000 euro per gli esemplari più imponenti o maggiormente lavorati. Se sono a vetrina, un ulteriore parametro determinante sarà l’autenticità o meno dei vetri.
Grande variegatura di prezzi anche per credenze, scrittoi, tavoli, mobili da bagno, consolle e cassettoni, che partono dalle tre cifre fino ad arrivare a varie migliaia di euro.
Più economici i comodini, che a seconda dei modelli si possono acquistare anche per 200/300 euro, fino ai 1500/2000 euro o oltre degli esemplari più raffinati e meglio conservati.